Lucca Comics & Games è una fiera internazionale dedicata al fumetto, all’animazione, ai giochi (di ruolo, da tavolo, di carte), ai videogiochi e all’immaginario fantasy e fantascientifico. Inizia così la descrizione della seconda fiera a livello mondiale su Wikipedia. ma il LC&G è molto di più.
Da più di 15 anni è diventata (anche se la fiera è alla sua 56a edizione) una manifestazione a tutto tondo, capace di attirare le attenzioni di nerd, geek e appassionati di tutto lo stivale. L’intuizione di spostare la vecchia fiera del Fumetto all’interno delle mura nel 2006, ha fatto guadagnare all’intera kermesse di un’atmosfera unica. L’emozione di girare per una città medievale, incontrando cosplay di tutti i generi, trasforma l’intera esperienza in qualcosa di unico.
Personalmente ho sempre apprezzato i cosplay non troppo elaborati, ma che ti strappano un sorriso o semplicemente un ricordo.




La manifestazione è talmente ambita, che per poter soggiornare nei pressi di Lucca è consigliato prenotare con un anno di anticipo e con i suoi alti e bassi a livello organizzativo, riesce a creare un indotto unico di persone che, per quanto se ne dica, mangiano, dormono e soggiornano nel territorio Toscano. Non a caso gli esercenti (a parte qualche piccolo bastian contrario) sono molto entusiasti che la città ospiti un evento di questo calibro.
In queste cinque giornate è possibile comprare panini anche dal calzolaio.
L’edizione di quest’anno, dopo quelle in forma ridotta degli ultimi due anni è dedicata alla speranza. Speranza che ha ampiamente ripagato Lucca Crea che organizza la manifestazione.
Sono stati staccati quasi 320000 biglietti, senza considerare che la maggior parte dei ragazzini che partecipano alla mostra vengono accompagnati dai genitori e quindi alla fine dei conti in una giornata di punta, Lucca viene letteralmente invasa da centinaia di migliaia di visitatori. Se si pensa che l’intera città è composta da 89000 abitanti, ció significa che in un solo giorno Lucca ospita tre volte la sua capacità abitativa.
Non per nulla, la manifestazione può accedere ad ingenti fondi da spendere per l’allestimento di tensostrutture grandissime e scenografie di tutto rispetto.

Ci sono stati alcuni interessanti cambiamenti nella distribuzione dei padiglioni. Giusto per citarne alcune: lo stand della Warner Bros, ha ceduto il passo a Disney.

Il Games ha ospitato un’intera sezione alla Hasbro e al suo redivivo Hero Quest. Lungo tutte le mura era possibile fare acquisti di armi e accessori per i vari Larp, che sempre piú stanno spopolando e la Nintendo in collaborazione con il Gamestop ha fatto ottime offerte.


Quest’edizione ha visto, inoltre, il ritorno dei “prezzi” fiera. Erano anni che fra gli scaffali non si vedevano offerte interessanti.
Alcuni cambiamenti sono stati meno graditi! Una grande perdita, è stato spostare il palco dei concerti in zona palazzetto dello Sport. La musica che aleggiava nell’aria, metteva allegria ed in ogni angolo c’era qualcuno che canticchiava qualche sigla. Speriamo in un ritorno, nella prossima edizione.
Ovviamente in questi cinque giorni non è tutto oro ció che luccica! Se da una parte gli espositori sanno di poter contare su una tipologia di clienti che spendono e lo fanno volentieri, dall’altra le lunghe file per entrare nei padiglioni, rischiano di rovinare la festa. Allo stand di Amazon Prime, c’erano code di 5 ore per un’esperienza di 20 minuti. Stesso discorso per entrare alla Nintendo o alla Disney, per non parlare del Japan Palace, spostato in zona fiera che, anche se servito da innumerevoli navette era impossibile da visitare in poco tempo.

La veritá è che al Lucca Comics non si puó venire impreparati, occorre essere organizzati e venire piú giorni, altrimenti, il rischio è di visitare solo due padiglioni.

E quando finisce, lascia quel sapore nostalgico di non aver fatto tutto, di non aver visto abbastanza pensando alla prossima stagione ancora troppo lontana.
Lucca Crea lo sa bene e, quando termina un’edizione, si congratula con tutti e nel frattempo comunica le date per il prossimo anno, perché anche se ci fa arrabbiare e frustrare, l’anno prossimo saremo nuovamente pronti a tornare piú carichi che mai.